LBT 1647B PADDED EQUIPMENT BELT

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Nella dottrina del Tactical Shooting moderno la first line rappresenta un elemento fondamentale nella composizione dell’equipaggiamento individuale dell’operatore. Se diamo un occhiata alla storia dell’equipaggiamento militare possiamo renderci conto di come il cinturone sia un accessorio che accompagna i soldati fin dalla loro nascita del loro ruolo.

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Ad esso venivano assicurate spade, asce e mazze ferrate sostituite dopo la scoperta della polvere nera nel XIV secolo dalle prime armi da fuoco individuali, con l’arrivo delle guerre moderne e l’espandersi della dotazione individuale del soldato il cinturone si trasformò nel cardine dell’equipaggiamento. L’evolversi dell’industria bellica ha generato un numero maggiore di strumenti a disposizione del singolo soldato e di conseguenza un maggior peso da trasportare, fattore che ha portato il ruolo del cinturone ad evolversi. Per garantire una maggior capacità di carico e allo stesso tempo renderne più agevole il trasportp ad esso sono stati integrati degli spallacci, configurazione che ha accompagnato i soldati attraverso i principali conflitti del 900′ fino all’avvento dei tactical vest negli anni 90.

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Con la nascita dei sistemi MOLLE anche il cinturone ha subito una ulteriore evoluzione trasformandosi in una piattaforma modulare in grado di adattarsi alle svariate esigenze operative e interfacciarsi con le gli elementi della 2nd line (plate carrier, chest rig, body armour ecc) per creare loadout versatili ed efficienti. Oggi sebbene non è più un elemento cardine dell’equipaggiamento quanto più una parte complementare, la sua importanza non è sminuita.

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Nella prova di oggi andremo ad esaminare da vicino la London Bridge Tactical LBT-1647B-L Large Padded Equipment Belt.

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Realizzata in cordura 500D viene prodotta in 6 differenti misure:

Extra small: XS (Up to 27”)
Small : S (27”-31”)
Medium:M (32”-37”)
Large: L (38”-43”)
Extra Large:XL (44”-49”)
Double extra small: XXL (50”-55”)

La Padded LBT è dotata di 16 colonne di doppi Pals, il che consente una buona capacità di carico e un ampia scelta di configurazione.

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Internamente è completamente rivestita da uno strato di Air-Mesh, caratteristica che si traduce in un elevato livello di comfort durante il suo utilizzo, anche dopo molte ore in movimento con la padded belt addosso non è mai emerso nessun tipo di problema, neppure il minimo fastidio e di questo sono rimasto piacevolmente sorpreso in quanto con altri prodotti della stessa categoria non avevo avuto la stessa fortuna e in taluni casi mi ero ritrovato i fianchi segnati e doloranti dallo sfregare della cordura, problema non riscontrato al contrario con la padded LBT grazie all’eccellente combinazione di morbida cordura 500D e air mesh, più che buono anche il fattore ventilazione,

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La chiusura è affidata un  buckle Duraflex, una volta opportunamente regolato il passante in cordura in eccesso può essere occultato all’interno del corpo principale della belt.

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Sulla padded belt sono presenti tre asole in metallo destinate all’aggancio dei suspenders.

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TEST

Ero alla ricerca di una nuova soluzione da utilizzare negli eventi recon di lunga durata (24\48\72 ore), il mio obbiettivo era realizzare un loadout leggero e pratico (da integrare con una 3rd line) che però mi desse la possibilità di trasportare il necessario per rimanere autonomo in azione per almeno 4\5 ore senza zaino appresso. Ho provato diverse soluzioni accoppiando alla zaino (45 litri) diversi tipi di chest-rig e micro chest-rig senza riuscire però nel mio intento, le configurazioni provate alla lunga risultavano scomode oppure intralciavano (con zaini di quella capienza l’uso della fascia lombare è fondamentale, ma la sistemazione di quest’ultima risulta problematica in quanto alla stessa altezza dei chest rig).

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Dopo alcuni test la configurazione ottimale si è rivelata essere :

  • LBT Padded equipment belt.
  • Low profile suspenders Direct Action.
  • LBT triple mag pouch open top.
  • MSM stealth compact pouch.
  • Tactical Taylor Extended Range Operator.
  • Tactical Taylor radio pouch small.

Il primo test importante è stato in occasione della manifestazione HSA “Alp-one” organizzata dagli amici Zarruele, dopo le 24 ore passate sulle montagne lecchesi non posso che ritenermi soddisfatto della scelta (anche se a mente fredda sarebbe stato meglio aggiungere una nalgene pouch per rimanere autonomi anche sotto il profilo dell’idratazione ).

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Nell’arco di tutta la durata della missione non ho mai avvertito nessun tipo di fastidio o stress legato al suo impiego, togliere e rimettere lo zaino si è sempre rivelata un operazione semplicissima, anche in casi particolari (avvicinamento imprevisto di personale non identificato durante una sosta e successivo rapido disimpegno), in meno di un minuto ero pronto a rimettermi in marcia con tutta la buffetteria settata correttamente. Voglio sviluppare meglio questo loadout e mi sono ripromesso nelle prossime missioni recon di utilizzare questa combinazione (la nuova proposta Direct Action mi ispira parecchio) curando maggiormente la scelta di pouch e accessori in quanto l’ho trovata una soluzione vincente: la libertà di movimento, la possibilità di andare pancia a terra rapidamente ma al contempo avere rapido accesso ai caricatori (sistemati sui fianchi) e il basso peso specifico è quello che cercavo per questo tipo di impieghi.

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La padded equipment belt si presta naturalmente a tutta una lunga serie di utilizzi diversi, sia in modalità stand alone sia integrata a combat vest \ plate carrier, in base al tipo di impiego che andremo a ricoprire sarà opportuno scegliere attentamente la sua dotazione di tasche, il mio consiglio è di valutare attentamente il peso e di conseguenza optare o meno per l’utilizzo dei suspenders, una first line che intralcia,scivola o va risistemata ogni 10 minuti non è un vantaggio…è un peso per voi e per il vostro operato.

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http://emperionstore.com/padded-equipment-belt-coyote-tan-london-bridge-trading-en-it.html

 

 

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