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VFC BCM MCMR 11,5″ AEG

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Nonostante i ritardi è finalmente arrivato anche in Europa una delle repliche che i fan delle piattaforme AR15 in chiave moderna attendevano con trepidazione : il VFC BCM MCMR in versione AEG (la versione GBBR è attesa per la metà del mese di novembre).

BMC

Realizzato con licenza ufficiale  Bravo Company Mfg l’ultima fatica di VFC punta ad alzare ulteriormente il livello qualitativo delle ASG prodotte dall’azienda taiwanese che ancora una volta si è assicurata un esclusiva di rilievo all’interno del panorama airsoft. Per chi non la conoscesse BCM è partita come una minuscola realtà nel garage di un Marines veterano della guerra in Iraq.

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Fondata per supportare le esigenze dei professionisti della sicurezza privata che lavoravano in teatri difficili in cui i componenti durevoli con specifiche mil-spec per i sistemi d’arma non erano disponibili, BCM inizio a realizzare armi di livello professionale prodotte, rinforzate e testate per soddisfare le esigenze di soldati e forze dell’ordine. Oggi l’azienda è cresciuta e serve unità militari statunitensi per le operazioni speciali, il Dipartimento per la sicurezza interna e diverse agenzie governative sia nazionali che internazionali.

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Vega Force Company dopo averne acquisito la licenza si è messa sotto e il primo prodotto della nuova serie BCM AIR è quello che andremo a vedere ora nel dettaglio : il BCM MCMR 11,5″ AEG.

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Come di consueto perlomeno quando si parla di estetica VFC è impareggiabile, l’elevata cura del dettaglio e dell’assemblaggio è sempre ai massimi livelli e non ha sicuramente rivali in questo frangente di mercato.

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Il receiver replica fedelmente la controparte originale: sul lato sinistro troviamo i loghi e le diciture incise mentre sul lato destro è presente la serigrafata al laser con i loghi dell’azienda statunitense.

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La trigger guard è una BCM maggiorata in polimero.

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La pistol grip è una BCM Gunfighter MOD.3 in polimero, la particolare texture sul corpo grip permette una presa efficente anche in condizioni difficili.

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Particolare di questa grip è la possibilità di estrarre il motore senza l’utilizzo di particolari attrezzi, basta infatti premere i due pulsanti alla base della grip perchè questa si abbassi e ci consenta di estrarre facilmente sia il supporto che il motore stesso.

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L’asta d’armamento è una replica della BCM Gunfighter Ambidextrous Charging Handle Mod 4X4.

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Alla base del buffer troviamo uno Steel BCM GUNFIGHTER QD End Plate con attacco quick detach integrato.

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La calciatura è una replica del BCM Gunfighter Stock MOD.1 con lo spazio dei compartimenti interni aumentati per poter alloggiare la batterie lipo necessarie al funzionamento della ASG. Su entrambi i lati è presente un doppio sistema di aggancio per le cinghie, troviamo infatti sia le asole per i QD sling mount che il passante per i loop della cinghia.

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Il rail floattante in alluminio CNC è la copia esatta del BCM MCMR handguard 10″ con standard M-LOK. Da segnalare come sull’originale l’assenza delle tacche di mira metalliche, mentre nella dotazione di serie troviamo degli handguard cover in gomma logati BCM.

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L’outer barrel è in alluminio ed è lunga 11,5″ e fa coppia con un compensatore in acciaio BCM Mod.0 5.56

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Il caricatore stanag fornito in dotazione è un comune VFC mid-cap da 120 bb, a differenza della versione GBBR non sono presenti i loghi BCM sul corpo del caricatore.

MECCANICA

Il BCM MCMR è equipaggiato con la meccanica Avalon Premium per capirci la stessa presente sulla serie Samurai Edge (con alcune piccole differenze che vedremo più avanti) e questa non può essere che una buona notizia.

Troviamo quindi un gear box V.2.2 con boccole da 8mm su cuscinetti.

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La terna ingranaggi è la comune VFC con rapporto 16.1 (da segnalare uno spessoramento fatto con la dovizia del caso).

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Il pistone è della nuova serie in polimero con cremagliera a 14 denti (di cui 7 in acciaio)

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La testa pistone è la solita in alluminio da ormai 10 anni a questa parte, stesso discorso anche per il resto del gruppo aria (nozzle, tapper plate e cilindro). Nel caso specifico di questo esemplare durante i test iniziali ho rilevato un alta discrepanza tra le misurazioni al crono (con conseguente precisione a puttane), il motivo era l’oring interno al nozzle che non faceva alcun tipo di tenuta. Sostituito il gruppo aria è tornato a lavorare con l’efficenza dovuta.

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La molla è una M90 come di consueto troncata alla buona.

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La prima grossa novità della meccanica è l’adozione finalmente di un nuovo guida molla a sgancio rapido monocorpo interamente in acciaio. Finalmente VFC ha capito che il guida molla in due pezzi con base in zama delle vecchie serie era una pigna al culo. Statisticamente infatti sorpassati i 30.000 pallini le alette di aggancio del guidamolla si crepavano\spezzavano obbligandoci a sostituirlo cosa che ora non sarà piu necessaria.

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Essendo una meccanica Avalon premium al posto del classico gruppo lamellare troviamo il sistema DFCS (Digital Fire Control System), trattasi di un unità di controllo ottico-elettronico che impiega due sensori ottici per rilevare la posizione del settoriale e gestire il ciclo di fuoco (sulla falsariga del noto TITAN di Gate).

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Il DFCS dispone di alcune basiche funzioni

  • 3rd burst programmabile (raffica controllata a 3 colpi)
  • riconoscimento del tipo di batteria impiegata
  • pre-cocking
  • piston reset.
  • low voltage alarm

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Il gruppo hop-up è il classico V2 rotativo VFC che fa coppia con una canna in ottone da 6,15 mm e un gommino Maple Leaf Macaron da (rullo di tamburi) 50° gradi. Senza dubbio è la prima volta che viene montato un gommino idoneo alle nostri limiti di potenza e che questo non può essere che un bene, il lato negativo è che per qualche inspiegabile motivo solo il mercato USA ha potuto godere delle canne di precisione Avalon (maple leaf) mentre a tutti gli altri sono toccate quelle comuni in ottone.

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A bordo del BCM troviamo il VFC high torque Cyclone da 35K che è senza dubbio motore un buon motore. Certo non lo si può comparare ai migliori esponenti di categoria ma è sicuramente 2 spanne sopra al comune VFC high speed che si trova su buona parte delle repliche Vega. Alimentato con 11,1 gode di una buona reattività (superiore alla quasi totalità dei motori che troviamo sulle repliche stock), di contro è un pò assetato di corrente  ma non si può avere tutto della vita.

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SHOOT TEST

  • caricatore VFC STANAG mid-cap 120 bb.
  • pallini Airsoft Surgeon 0,30.
  • batteria LIPO 11,1 Turnigy  1200 mha 15c.
  • distanza dal bersaglio 30 metri , outdoor.

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CONCLUSIONI

A parer mio il BCM MCMR è una delle più belle repliche prodotte fino a oggi da VFC parlando di repliche su base AR15. Niente da togliere ai vari CQBR Block 2 e derivati o alla famiglia degli SR16 (in particolare gli ultimi SR16E3 GBBR) ma con questa serie Vega si è superata per la fedeltà al modello originale curandone tutti i particolari. Sul suo store sono inoltre disponibili anche tutta una serie di accessori su licenza che ci permettono  di replicare al 100% l’apprezzato M4 dell’azienda statunitense e questo per chi apprezza il dettaglio è un valore aggiunto non da poco.

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Vi assicuro che la versione GBBR se appesa a un muro di fianco alla controparte in 5,56 è praticamente indistinguibile (non che la versione AEG sia fatta male ma un occhio attento si accorgerebbe immediatamente delle quote diverse della pistol grip e del receiver che dovendo contenere la meccanica sono leggermente più larghi della versione real steel).

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Per quel che concerne la meccanica vale lo stesso discorso fatto a suo tempo per il Samurai Edge, rispetto alle meccanica standard quella Avalon Premium è sicuramente un passo avanti grazie alla miglior balistica fornita dal più perfomante gruppo canna\gommino (certo se come per il Samurai avessero mantenuto la canna maple leaf non ci avrebbe fatto schifo) e a una più pronta risposta della replica per via del motore più grintoso. Lascia sempre interdetti il fatto di trovarci molle tagliate con la trancia visto i soldi che si pagano ma per lo meno in questo caso la molla ha un comportamento decente rispetto a quelle presenti sulla serie dei SIG MCX che oltre e assere parimerito troncate erano pure di qualità scadente.

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Un discorso a parte merita il sistema ottico DFCS : partiamo dal presupposto che si tratta di un elettronica base  non sicuramente paragonabile ai modelli aftermarket che tutti conosciamo (Titan, ASCU, Perun, Leviathan) e come le sue dirette concorrenti (G&G ETU\ Ares e company) è sempre un pò un terno al lotto. C’è chi le utilizza per X tempo senza grossi problemi e chi ha un cazzo dietro all’altro fin da subito con ovviamente i primi che ne parlano bene e i secondi che le maledicono. Solitamente i principali problemi riscontati non riguardano mai il funzionamento vero e proprio ma l’affidabilità di alcune funzioni che non sempre rispondo come dovrebbero. Il mio parere è che si tratta di ottiche cinesi e vanno prese per quelle che sono, fondamentalmente inutile aspettarsi i miracoli, finchè vanno bene si lasciano quando “muoiono” si danno al maiale e si passa a sistemi di controllo di qualità piu elevata (possibilmente made in EU).

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Sul lato balistico non c’è da lamentarsi considerando che parliamo di una replica stock con prestazioni sopra la media sopratutto se paragonato ad altre repliche di questa azienda (come ad esempio l’MCX Virtus o i vari MK18 MOD.0\1) questo sicuramente dovuto alle migliori prestazioni del gommino Macaron Maple Leaf rispetto al classico VFC di serie. Essendo un sistema flat hop evitate di utilizzare pallini troppo leggeri se volete spremere al meglio la replica (tradottto niente 0,20\0,23) ma non eccedete comunque col peso (il range ideale va dallo 0,25 allo 0,30).

Il pippone è finito, alla prossima.