THE BALLISTIC COMBAT SHIRT
La protezione della vita del soldato è da sempre un punto focale con cui i vari produttori di equipaggiamento balistico sia di ieri che di oggi hanno sempre dovuto rapportarsi, dall’introduzione dei “moderni” sistemi di protezione individuale (all’inizio degli anni 60′) a oggi parecchia strada è stata fatta se prendiamo in considerazione l’efficacia delle protezione e sopratutto i pesi e gli ingombri in gioco.
Negli ultimi 5\6 anni diversi produttori di combat vest (Velocity System,Crye Precision, Blue Force Gear,Direct Action) hanno cominciato a sviluppare e realizzare dei prodotti il cui scopo è diminuire al massimo il peso specifico del vest senza sacrificare il livello di protezione offerta, meno peso significa meno stress per il soldato e una miglior mobilità , in un ambiente dove la velocità di movimento rappresenta la differenza tra la vita e la morte vien da se che si tratti di un elemento di primaria importanza.
Robert DiLalla ingegnere statunitense in forza all’NSRDEC presso la quale dirige in laboratorio di sviluppo per gli equipaggiamenti destinati alla fanteria è andato oltre questo concetto di alleggerimento dei pesi e ha progettato e realizzato quello che possiamo definire come un nuovo concept : la ballistic combat shirt.
L’idea alla base del progetto è quella di dotare un ACS (army combat shirt) di una protezione balistica integrata che consenta al fante la massima mobilità possibile, un notevole risparmio sui pesi e una capacità di protezione superiore al soldato equipaggiato con combar shirt tradizionale e un Interceptor body armour.
Il sistema è in via di sviluppo e DiLalla è al lavoro per integrare in essa in migliori materiali provenienti sia dal settore militare che da quello dell’abbigliamento sportivo made in U.S.A, secondo le stime il prodotto sarà presentato all’esercito statunitense per il 2019.