VFC M110 SASS GBBR
A seguito dei combat report ricevuti dalla forze speciali e dalle truppe impiegate in Iraq l’US Army decise di fornire alle sue unità Sniper una nuova piattaforma di tiro che sostituisse il Remington M24 a otturatore girevole e indisse quindi un concorso per che vide contrapposti Remington, Knight’s Armament e DPMS Phanter Arms.
A spuntarla nel 2005 fu Knight’s Armament con il suo M110 SASS (Semi Automatic Sniper rifle), un fucile di precisione semi-automatico camerato in calibro 7,62×51 mm derivato dall’SR25.
L’M110 fece il suo debutto operativo in Afghanistan nelle mani dei soldati dell’82nd Airborne Division nel 2008 e a seguito dei buoni feedback ricevuti dal suo utilizzo sul campo anche l’US Marine Corps decise di adottarlo per rimpiazzare i vecchi MK11 ed affiancarlo agli M40A5 nelle unità Sniper.
Nel mondo airsoft due sono le aziende che si sono prese la briga di realizzarne una replica: ARES (che ha prodotto la versione AEG) e Vega Force Company (che invece ha realizzato quella Gas Blow Back). In questo articolo approfondiremo la conoscenza proprio di quest’ultima che ritengo essere la sola replica dell’M110 da prendere in considerazione visto i molteplici problemi che affligono la versione elettrica proposta da Ares.
A dispetto della sua imponenza (119 cm) il KAC M110 è una replica relativamente leggera visto che il suo peso è inferiore ai 3,5 kg (praticamente quanto un normale M4 accessoriato).
La licenza ufficiale Knight’s Armament’s fa si riflette nella presenza accurata di tutti i loghi e le diciture come sulla controparte real steel.
L’M110 è dotato di comandi completi ambidestri adattandosi così alle diverse esigenze di ogni tipologia di tiratore.
Il selettore è a due posizioni (semi-safe).
Il frontale è composto da un rail URX II da 12,5″ in alluminio CNC con tacca di mira flip-up integrata (che fa coppia con una tacca di mira posteriore BUIS 600 meter flip-up).
L’outer barrel da 20″ è in alluminio e risulta essere particolarmente leggera a tutto vantaggio del bilanciamento del fucile.
L’outer è dotata di una boccola di centraggio in plastica.
Il gas block dispone di slitte Piccatiny inferiori\superiori e nella sua struttura incorpora la base di aggancio per il silenziatore dedicato (lo stesso impiegato dall’SR25).
La calciatura fissa di tipo A2 dispone di un buttpad regolabile (la regolazione avviene mediante una rotella posta sul lato destro del calcio).
Sulla calcio sono presenti due QD socket (uno per lato) per ganci cinghia mentre nella parte inferiore è presente un rotatable steel sling swivel mount.
Il caricatore con capacità di 20bb pesa (scarico di pallini e gas) quasi 450 grammi.
MECCANICA
Il gruppo scatto è in acciaio ed è il medesimo che ritroviamo sulla serie SR25\SR25 ECC. Il peso di sgancio è di circa 1,5 kg (degli scatti VFC è quello che preferisco) risulta essere più pulito e netto nello sgancio se paragonato a quello della serie HK 417\SCAR-H.
Il bolt carrier è dedicato alla piattaforma SR25\M110: è realizzato in zama (pesa 328 grammi) ed è dotato di inserti in acciaio nella zona ove impatta con il bolt stop.
Come si può notare dalla foto le dimensioni sono molto più generose rispetto al modello impiegato dalla serie M4\HK 416.
Il loading nozzle è in plastica ed è dotato di serie di valvola NPAS, è il medesimo modello impiegato sull’HK417.
Il buffer è in alluminio (il modello è il medesimo impiegato dagli M16), a dispetto delle dimensioni il peso è contenuto e consente di avere dei cicli di fuoco rapidi e costanti. La buffer spring come da tradizione VFC è sottodimensionata per il lavoro che deve svolgere e quando ci ritroveremo ad utilizzare la replica in situazioni di temperatura super ottimale capiterà che questa non abbia la reattività nel doppiare i colpi che ci si aspetterebbe per via dell’eccessiva energia non dissipata correttamente.
Il gruppo hop-up è formato da 3 parti (la cover è in zama, la parte frontale in plastica e la camera principale in alluminio).
Utilizza un sistema di regolazione propietario, la camera hop-up è infatti collegata al tubo di recupero gas che a sua volta è vincolato al gas block.
La regolazione avviene tramite un grano presente nella parte anteriore della presa gas e potra essere effettuata comodamente tramite una semplice chiave esagonale.
L’accoppiata canna\gommino è la stessa che troviamo su tutta la linea gas blow back rifle VFC quindi canna in ottone unbridge (lunga 485 mm) con diametro interno da 6,15 mm e gommino hop-up flat type da 70° .
SHOOT TEST
- pallini Airsoft Surgeon 0,30
- gas Nimrod Green
- potenza : 1 joule \ 267,8 FPS
- distanza dal bersaglio 30 metri , indoor
SEMI AUTO (10 shoot)
CONCLUSIONI
Chiariamo subito un punto fondamentale riguardo l’M110 SASS e il suo utilizzo in game: non è una replica per tutti. Solo chi padroneggia con una certa disinvoltura il ruolo di Marksman\Sniper potrà godersi appieno questo fucile altrimenti si è destinati a fare da bersaglio ambulante sui campi. Sapersi muovere e avere una certa pratica nel gestire questa tipologia di fucili diventa un requisito fondamentale per essere efficaci in gioco e poter sfruttare appieno ciò che l’M110 offre. Le prestazioni out of the box sono identiche a quelle dei suoi fratelli DMR di casa Vega Force Company (essendo la meccanica praticamente la medesima). Il comportamento a fuoco è soddisfacente, il caricatore stanag della serie SR25 a differenza di quello AR funziona bene e non soffre dei frequenti problemi di cooldown che affligge il fratello minore regalandoci dei cicli regolari e con una buona consistenza di fps (dando per scontato che utilizziate gas di buona qualita e con una pressione idonea per questa meccanica).
L’unico appunto che posso muovere come detto in precendeza è che VFC potrebbe decidersi ad impiegare delle buffer spring con carichi più elevati visto i vantaggi che si otterrebbero in termini di resa generale. La NPAS di serie lavora davvero bene, ritengo infatti quella VFC una delle più perfomanti e affidabili che si trovano oggi sul mercato. Parlando di balistica i risultati sono nella media (visto l’utilizzo di un gommino flat type è consigliabile evitare pallini troppo leggeri come 0,20 e 0,25). Certo intervenendo sul gruppo inner\hop-up si riescono ad ottenere risultati di ben altro spessore che rendono giustizia a una tipologia di replica in cui la precisione assoluta riveste un aspetto fondamentale. Attenzione però poichè visto che l’M110 utilizza un gruppo hop propietario l’installazione di sistemi aftermarket (come ad esempio flat o R\hop) richiedono esperienza poichè vanno effettuate delle modifiche sulla camera per far si che tutto funzioni a dovere (tradotto non si tratta di installazioni plug & play).
C’è da dire che già con un semplice upgrade (inner\gommino\buffer spring) e un buon riallineamento le prestazioni migliorano in maniera esponenziale . Già con un semplice mr.hop maple leaf sarete in grado di alzare tranquillamente pallini nell’ordine dello 0,34\0,36 g che vi consentono di avere buoni raggruppamenti fino a una sessantina di metri dando modo al KAC M110 di esprimersi al meglio nel suo ruolo nativo di sniper.
Qui sotto un esempio di cosa si è ottenuto con un basic upgrade:
- Poseidon Air Cushion gen.2
- Maple Leaf Mr.hop
- Geoff 0,36 bb
- Nimrod tactical Green editon (148 psi)
- 245 FPS
Parlando di allineamenti e la loro importanza sopratutto nelle repliche gas blow back DMR: questo è quello che ho trovato nella replica dopo solo un due caricatori. I residui di coloro nero che si vedono in foto sono piccole schegge provenienti dalla corona del nozzle che ci indica un palese disallineamento tra gruppo hop\up e bolt carrier.
Risolverlo è stato semplice è bastato infatti smontare il frontale e correggere il gioco tra la base della inner e la ghiera del rail con gli spessori idonei (vi ricordo che per smontare la inner è necessario possedere il tool dedicato che potete trovare QUI). Perseverare nell’utilizzo (oltre ad avere un fucile che spara di merda) porterebbe irrimediabilmente al danneggiamento del nozzle quindi fate sempre attenzione a questi dettagli quando vi fate un GBBR nuovo e nel caso intervenite immediatamente.
Il pippone può dirsi concluso, alla prossima.